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Lo sbattitore elettrico: come usarlo in cucina

Quando ci si diletta in cucina sia che si sia cuoche provette in grado di preparare anche i manicaretti più difficili o che si sia semplici cuoche amatoriali cui piace creare qualcosa di nuovo in cucina, è inevitabile essere munite di qualsiasi tipo di elettrodomestico che possa essere considerato un valido alleato come lo sbattitore elettrico. Vediamo come scegliere lo sbattitore elettrico che più corrisponde e soddisfare le proprie esigenze. Immancabile nella cucina delle cuoche provette e di quelle che semplicemente si divertono a ‘pasticciare’ in cucina: lo sbattitore elettrico è uno di quegli elettrodomestici che non può mancare mai in qualsiasi cucina che si rispetti perché è un apparecchi che si rivela da subito particolarmente utile preparare qualsiasi tipo di manicaretto sia salato che dolce.

Lo sbattitore, infatti, risulta molto usato per la preparazione di dolci perché per ottenere l’impasto per i dolci è necessario sbattere molto e lavorare di gomito, ma oggi con lo sbattitore elettrico la fatica non si fa più e tutto viene preparato in men che non si dica dati i tempi rapidi di preparazione. Per riuscire a preparare nel migliore dei modi qualsiasi tipo di ricetta lo sbattitore deve possedere alcune caratteristiche tecniche fondamentali da cui la scelta del proprio elettrodomestico preferito non può proprio prescindere.

Infatti, uno sbattitore che si rispetti non può vantare una potenza inferiore ai 150 watt: non tutti sanno che una potenza inferiore ai 150 watt potrebbe impedire l’utilizzo dell’elettrodomestico per preparazioni più pesanti come i piccoli impasti, ma se al contrario risulta sufficiente uno sbattitore che sia in grado di montare la panna o di contribuire e aiutare nella preparazione di creme pasticcere, allora anche un apparecchio dalla potenza inferiore andrà più che bene. Un’altra caratteristica importante da tenere in considerazione prima di procedere all’acquisto del proprio sbattitore elettrico preferito, è la possibilità di decidere quale tipo di velocità debba avere l’apparecchio. In questo caso specifico, si tratta di un elettrodomestico per il quale non è necessario avere molte velocità, dato che una velocità lenta e una più veloce rappresentano giusto il minimo indispensabile che permette di lavorare un impasto di potenza quando necessario e di precisione in quei momenti più delicati.

Come scegliere lo sbattitore

Dato che nei negozi specializzati in elettrodomestici è possibile trovare tanti diversi modelli di sbattitore che c’è solo l’imbarazzo della scelta, è possibile preferire uno sbattitore dotato di qualche accessorio come una tazza che potrà permettere allo sbattitore di lavorare come se fosse un mixer a immersione, tenendo presente che naturalmente i risultati non saranno gli stessi del mixer. altra considerazione va fatta sulla lunghezza del cavo a cui è preferibile prestare attenzione dato che potrebbe rappresentare un vero e proprio impedimento: è sempre meglio tener presente la distanza che intercorre fra la presa di corrente e il piano di lavoro in cucina prima di effettuare l’acquisto.

La potenza dello sbattitore elettrico permette di non affaticare troppo il motore anche quando si vogliono preparare delle ricette che richiedono un lavoro piuttosto lungo: in questo caso, è consigliabile scegliere un elettrodomestico dalla potenza maggiore così che possa essere in grado di lavorare anche impasti più densi.

Usi e costumi della Friggitrice

Chi non diventa subito goloso davanti a un bel piatto di fritti misti e di patatine fritte? Eppure oggi riuscire a ottenere con una padella tradizionale lo stesso ottimo e gustoso risultato che ci si aspetta è davvero difficile ecco perché sono in molte le cucine italiane in cui non manca una friggitrice. Vediamo come friggere fritti perfetti con la friggitrice. Rispetto alla frittura spesso spugnosa e unta delle padelle, la friggitrice riesce a far preparare dei fritti fragranti e gustosi e per niente unti di olio e rispetto alle padelle risultano molto pratiche e maneggevoli da usare oltre a essere veramente comode.

Ecco perché chi ha intenzione di gustare la vera frittura fatta per bene non può prescindere dall’acquisto di una buona friggitrice che oggi è possibile scegliere tra tanti diversi modelli e tipologie che accontentano i gusti anche dei consumatori più esigenti e che vogliono rimanere in forma anche concedendosi un buon fritto. Infatti, oggi nei negozi specializzati si può trovare la friggitrice perfetta che riesce a friggere senza sporcare e senza odori, ma com’è possibile? In pratica per poter usare nel miglior modo la friggitrice è utile saperne un po’ di olio: quando si tratta di frittura, infatti, un buon olio è quello che rimane “stabile”, ovvero quello che durante la frittura non raggiunge mai il cosiddetto “punto di fumo”.

In pratica, si tratta di un fenomeno che avviene quando l’olio si scalda troppo e diventa tossico: ecco perché usando la friggitrice è preferibile sapere quali sono gli oli dall’alto tasso di acidi grassi perché sono particolarmente soggetti a questo fenomeno. Inoltre, è consigliabile sapere quali sono le temperature massime da raggiungere per i vari tipi di olio, in base alla varietà dei semi e della stagione. Il discorso sull’olio per la friggitrice fa sorgere spontanea una domanda: ma quando è giusto cambiare l’olio? La maggior parte di chi frigge è abituato a riutilizzare l’olio anche più volte, ma non fa mica bene mangiare cibi fritti in olio scaldato e riscaldato. Gli esperti nutrizionisti consigliano di non riutilizzare lo stesso olio per friggere dopo 2-3 volte, ma questa quantità può aumentare o diminuire a seconda di quanto lo si è fritto.

Friggere senza olio è possibile

Ecco perché per scongiurare ogni pericolo è sempre meglio utilizzare l’olio extravergine di oliva che riesce a mantenere una temperatura non superiore ai 180 gradi come alcuni studi hanno dimostrato, per cui è bene tenere a mente di non riutilizzare più di 3 volte l’olio e di non friggervi troppe cose insieme. Oggi però questo problema dell’olio si può anche scongiurare preferendo i modelli di friggitrice che non usano l’olio: sembrerà un controsenso, ma le friggitrici che non usano l’olio esistono e sono le preferite di quanti vogliono preservare la linea.

La friggitrice senza olio riesce a friggere patatine al naturale e quelle surgelate che in genere non hanno bisogno di essere bagnate in molto olio e così è possibile stare attenti a non assumere troppi grassi ma senza rinunciare a qualche patatina fritta ogni tanto e anche senza olio il gusto e la croccantezza si mantengono inalterati.

Tritatutto, un valido alleato in cucina

Una vera cuoca provetta non può farsi mancare in cucina ogni tipo di elettrodomestico che possa esserle utile per preparare i suoi prelibati manicaretti e ciò significa che in ogni cucina che si rispetti è impossibile non trovare un tritatutto. Vediamo come scegliere il tritatutto che più è idoneo alle proprie esigenze. Che siate delle cuoche provette o che vi piaccia semplicemente ‘pasticciare’ e crear pietanze sempre nuove, in cucina sicuro non vi farete mancare un pratico tritatutto, in modo da avere sempre a portata di mano il vostro alleato in cucina pronto a ridurre in minuscoli pezzettini qualsiasi tipo di alimento.

Oggi il costante e continuo progresso tecnologico ha permesso di poter avere diversi modelli di tritatutto tanto che nei negozi di elettrodomestici è possibile trovarne di tutti i tipi e c’è solo l’imbarazzo della scelta, ecco perché è necessario, prima di procedere con l’acquisto, sapere un paio di cose su come fare a scegliere il tritatutto più rispondente alle proprie esigenze culinarie. Bisogna sottolineare che oggi questi robot da cucina presentano delle specifiche caratteristiche per cui è possibile distinguerli l’uno dall’altro: in genere, la funzione principale dei tritatutto è quella di triturare alimenti diversi, quindi per capire quale sia il modello più adatto alle proprie necessità culinarie bisognerebbe basarsi su quelli che sono i propri piatti forti: per esempio, se si preparano maggiormente pietanze dolci, allora non sarebbe male acquistare quei tritatutto che polverizzano i chicchi di caffè, che sono in grado di tritare noci, mandorle, nocciole, insomma quegli alimenti che di solito si usano nella preparazione di torte, biscotti e creme.

Esistono poi altri tipi di tritatutto multifunzione che invece possono essere usati per preparare frullati o passati di verdure e che risultano utili nel caso si segua un particolare tipo di regime alimentare o se si tende a preparare pietanze più elaborate. Il tritatutto si rivela adatto anche nel caso si dovessero preparare pappe per i neonati: chi preferisce farle in casa avrà sicuramente bisogno di una mano da parte di un forte alleato come il tritatutto.

I diversi tipi di tritatutto

Altre caratteristiche tecniche che bisogna prendere in considerazione prima di acquistare il tritatutto sono sicuramente le dimensioni stesse dell’apparecchio dato che un robot di capienza maggiore sarà migliore nella preparazione di passati di verdure e centrifugati, mentre un tritatutto di capienza inferiore sarà più adatto a triturare ortaggi e frutta. Da non dimenticare l’importanza della potenza del motore, perché da questa dipende la quantità di alimenti che il robot riesce a lavorare contemporaneamente. Per esempio, un tritatutto di 300 Watt, di solito, può lavorare fino a 500 ml di alimenti e fino a 200 gr di tritato, quindi è bene prestare attenzione anche a questa piccola ma importante caratteristica tecnica per non sbagliare nella scelta. Inoltre, anche l’occhio vuole la sua parte e di tritatutto dal design particolare e moderno ce ne sono a bizzeffe: si va dai modelli più moderni a quelli tecnologicamente all’avanguardia che offrono una vasta serie di funzioni da poter sfruttare tutte nello stesso tritatutto. Attenzione però alla grandezza del robot affinché non si riveli un apparecchio più ingombrante che utile.

Il Telefono cordless: maggiore libertà di chiamata

Quando furono immessi sul mercato non ci si poteva credere alla svolta che la tecnologia aveva dato ai semplici telefoni: il telefono cordless oggi è diventato un telefono ordinario e di routine che tutti hanno e sfruttano in casa, eppure un tempo rappresentò la rivoluzione tecnologica più incredibile. Vediamo come funziona e come scegliere il cordless per la casa. Vera e propria rivoluzione tecnologica degli anni ’90 il telefono cordless è stato una sorta di precursore di più moderni cellulari e smartphone ed è stato il primo telefono che dava libertà di movimento mentre si chiacchierava: infatti, il cordless dà la possibilità di potersi muovere per casa e svolgere più mansioni contemporaneamente alla chiacchierata telefonica. Vagare per casa parlando al telefono divenne lo sport ufficiale degli anni ’90 grazie a questo telefono senza fili che permetteva di potersi allontanare anche di molto senza dover rinunciare al piacere di parlare al telefono.

Se fino a quel momento eravamo abituati a restare in piedi o a sederci in prossimità dell’apparecchio telefonico senza possibilità di poter fare altro in contemporanea, oggi il cordless lascia tutta la libertà di movimento possibile e addirittura non bisogna nemmeno restare troppo nei paraggi della base del telefono per continuare a parlare con il proprio interlocutore. Ormai non bisogna più stare attenti alla lunghezza del filo del telefono perché c’è questo telefono senza fili, un’invenzione fantastica, che ha portato praticità e comodità ulteriori in casa. Addirittura oggi chi è impegnato a vedere la tv, cucinare o svolgere altre mansioni domestiche non deve più staccare per rispondere a telefono ma può continuare a fare ciò che stava facendo e allo stesso tempo parlare a telefono.

Un po’ come accade con smartphone e tablet per cui è possibile rispondere alle chiamate e allo stesso tempo usare altre applicazioni: negli anni ’90 lo smartphone moderno era rappresentato dal telefono cordless panasonic. Come tutti gli improvvisi cambiamenti tecnologici, il telefono cordless per i primi tempi fu percepito per ciò che era, ovvero una fantastica svolta tecnologica e una reale rivoluzione nonché un passo avanti particolarmente importante. Oggi il telefono cordless fa parte della nostra quotidianità in maniera del tutto naturale, tanto da sembrare che il telefono cordless sia stato sempre presente nelle nostre vite, eppure fino a qualche decennio fa il telefono senza fili era solo un gioco tra bambini.

Perché usare un telefono cordless

A sconvolgere di più all’inizio fu proprio l’assenza di fili che collegassero il telefono alla sua base a cui il cordless torna ogni volta che si conclude una telefonata. Questa base è direttamente collegata alla linea telefonica e funge principalmente come ricarica del telefono. Il cordless non ha una portata troppo ampia, tanto che i modelli più semplici e tradizionali raggiungono un raggio di cento metri. Maneggevoli e pratici come un cellulare, di modelli di telefoni cordless oggi ne esistono numerosi e il range va dai modelli più classici a quelli più tecnologicamente avanzati addirittura dotati di display a colori e VoIP che permette di chiamare usando Skype senza dover per forza passare dal computer .

Quando il design ecosostenibile è chic 

Quando si parla di design sembra ancora impossibile che questo concetto possa essere accoppiato a quello di ecosostenibilità, eppure oggi sempre più architetti e studi di progettazione elaborano il modo giusto di non danneggiare l’ambiente attraverso l’uso di risorse, materiali e processi a basso impatto ambientale.

Cos’è il design ecosostenibile

Oggi progettare seguendo regole e indicazioni che considerino anche le richieste dell’ecosistema, significa fare design ecosostenibile. L’impatto che la produzione di un oggetto avrà sull’ambiente, può essere calcolato a priori ed è uno dei requisiti principali del design ecosostenibile. I prodotti oggetto di questo tipo di design, devono rappresentare la migliore sintesi possibile tra criteri ambientali e criteri tecnico-economici, soprattutto in base alla scelta dei materiali usati, delle strutture e delle forme. Dall’ideazione di semplici oggetti di uso quotidiano fino alla progettazione di intere aree urbane, il design ecosostenibile può trovare diverse applicazioni, tutte caratterizzate però dagli stessi principi base, ovvero l’uso di materie non tossiche, riciclate o riciclabili, il risparmio energetico, la qualità e la durabilità dei prodotti e il riciclo sia del materiale usato che della funzione stessa dell’oggetto.

Lo scopo infatti del design ecosostenibile è proprio quello di ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’intero ciclo di produzione del prodotto attraverso un’ottimizzazione dell’attività di progettazione dello stesso. Rinnovare prodotti già esistenti o idearne di nuovi tenendo conto degli aspetti ambientali, consente di confrontare processi, materiali e prodotti usati per poter scegliere quelli che risultano più eco-compatibili, magari anche riuscendo in questo modo a creare oggetti innovativi. In genere per arrivare a migliorare l’impatto ambientale di un qualsiasi prodotto, si cerca di intervenire proprio durante le fasi del suo ciclo di vita, ovvero la scelta dei materiali, la progettazione, la distribuzione, il packaging, l’uso e la sua fine naturale.

Quando l’ecosostenibilità può essere chic

Design da sempre è sinonimo di sperimentazione, inventiva e creatività. Il designer oggi deve saper reinventare e arricchire lo stile di vita nonché la mentalità delle persone a cui la sua arte è rivolta, deve quindi anche saper ideare oggetti che sia possibile adattare e utilizzare di nuovo. Qui entra in gioco il fattore dell’ecosostenibilità, ovvero riuscire a creare oggetti nuovi usando materiali da recupero, riciclabili e smaltibili che rispondano anche a delle esigenze estetiche e di stile. Nasce così un nuovo concetto di design e nuovi tipologie di mobili nonché di complementi d’arredo con cui abbellire e arredare casa riducendo al minimo l’impatto ambientale.

Per arredare il proprio soggiorno con mobili ecosostenibili, si può optare per tavoli ricavati da bobine di legno, sedute rivestite con tessuti vecchi, o ancora prodotti realizzati in cartone riciclato, materiale molto alla moda e che permette di ricreare i più comuni oggetti d’uso quotidiano quali sedie, tavolini, chaise longue, librerie o scaffali. È possibile anche trovare lampade di design realizzate con materiali di scarto da sistemare per illuminare scrivanie, tavoli e comodini, esempi di come il design ecosostenibile sia in realtà di gran moda e possa conferire a un ambiente uno stile diverso e più d’effetto.

Come l’economia domestica può diventare più ‘green’

Oggi prestando più attenzione alle piccole grandi azioni che si compiono ogni giorno nella propria abitazione, è possibile riuscire a essere più green ed ecosostenibili cambiando solo alcuni aspetti delle proprie abitudini domestiche. Vediamo come.

Quanto siamo pronti a tutelare l’ambiente?

Rispetto agli anni scorsi oggi si presta molta più attenzione alle tematiche green perché sono diventati più numerosi gli allarmi legati all’ambiente nonché gli stessi disastri ambientali di cui l’uomo è vittima e allo stesso tempo carnefice: se tutti prestassero maggiore attenzione alle proprie abitudini quotidiane, l’ambiente potrebbe essere maggiormente tutelato. Eppure la coscienza ‘green’ ancora non è ben radicata nell’uomo che fa fatica a esprimerla sia per ignoranza che per pigrizia. L’utilizzo delle risorse rinnovabili, per esempio, potrebbe rappresentare un primo modo di voler bene al pianeta e basta semplicemente confrontare le tariffe di luce e gas per scegliere l’operatore che fornisce energie utilizzando risorse rinnovabili.

Perché una proposta di economia sostenibile sia avanzata dai grandi della Terra, ogni persona potrebbe iniziare nel suo piccolo a rivedere le proprie abitudini domestiche per applicarvi dei cambiamenti utili alla tutela del pianeta. Come cambiare queste abitudini? È presto detto: partiamo dall’ambiente domestico più frequentato da tutti i membri di una famiglia, la cucina. Al di là degli sprechi di cibo che si dovrebbe cercare di evitare il più possibile, magari rielaborando con gli avanzi del giorno prima piatti anche comuni, per salvaguardare il pianeta bisognerebbe usare poco gli elettrodomestici, o meglio nelle giuste fasce orarie. Sì perché esistono da tempo degli orari più convenienti in cui è possibile usare lavatrici, forni, lavastoviglie e dipende dal piano tariffario posseduto. Inoltre, si potrebbe prestare attenzione a usare la lavatrice solo nel caso in cui il carico sia effettivamente pieno e non quando è mezza vuota, così anche lo stesso frigorifero si dovrebbe gestire con parsimonia, per esempio cercando di aprire lo sportello il meno possibile perché così si permette alla temperatura interna di restare costante.

Quanto è facile tutelare il pianeta?

Altro luogo molto ‘trafficato’ di una casa è il bagno: qui il primo spreco a cui bisogna stare attenti è quello dell’acqua. Quante volte, prima di fare la doccia, si è aperto il rubinetto e si è lasciata scorrere l’acqua anche dopo molto tempo che è diventata della giusta temperatura, o anche mentre ci si lava i denti si tende a far scorrere l’acqua finché non si è finito. Lo spreco di acqua è sicuramente l’elemento su cui bisogna ‘lavorare’ maggiormente: poiché si è abituati ad avere sempre disponibile acqua calda e fredda in ogni momento, non si riflette sul fatto che le risorse idriche sono le prime destinate a esaurirsi perché prima o poi non basteranno a tutti gli abitanti del pianeta, per cui meglio tutelare gli sprechi da subito facendo la propria parte. Per riuscire davvero nella lotta agli sprechi domestici, è utile anche far ricorso al termostato: in autunno e inverno, quando le temperature sono più rigide, è necessario accendere il riscaldamento ma è possibile anche impostarne la temperatura e l’orario di accensione proprio grazie al termostato, in modo che l’ambiente possa diventare accogliente e caldo quando necessario senza ulteriori sprechi di energia e anche di denaro, dato che il riscaldamento costa.

Prima di ricorrere al timer però, bisognerebbe aver cura di controllare anche lo stato di porte e infissi soprattutto se gli spifferi perdurano: ciò significa che i sistemi di blocco non funzionano bene e bisogna ricorrere ai ripari prima di accendere il riscaldamento che altrimenti verrà solo sprecato. Un’altra utile accortezza è quella di scostare da termosifoni e altre fonti di calore eventuali tende che li coprono perché potrebbero fungere da barriere che impediscono al calore di diffondersi nell’ambiente. In pratica, per iniziare a fare la propria parte nella tutela ambientale, non è necessario rivoluzionare le proprie abitudini quotidiane ma soltanto avere cura di compierle nel modo più giusto e corretto.

Come creare con il decoupage

Definita come “l’arte del ritaglio”, il decoupage è un’arte usata in qualunque campo e su qualsiasi superficie e materiale da cui è possibile dar vita a dei veri e propri oggetti nuovi e originali.

Come si taglia e incolla con il decoupage

Il termine découper in francese significa tagliare e la parola decoupage indica proprio la tecnica del ritaglio che era particolarmente di moda nella Francia del XVII secolo. In Italia il decoupage arriva solo nel XVIII secolo e viene usata dai mobilieri veneziani per realizzare mobili laccati con stampe ritagliate e dipinte. Il fervore che le più importanti corti europee dimostrarono per gli oggetti laccati contribuì allo sviluppo dell’“arte povera veneziana”, che si arricchì ulteriormente sviluppando stili diversi. Abbandonata dopo l’età vittoriana, il decoupage torna a farsi sentire nel ‘900 e da allora rimane un’arte “alla moda” con cui si può decorare qualsiasi oggetto con estrema facilità e in modo veloce e pratico. Tutti possono praticare il decoupage, che fondamentalmente si basa sul ritaglio di immagini, illustrazioni o decori per riusarle su oggetti e mobili che si vuole far tornare a nuova vita. Negli ultimi anni, il decoupage è stato riscoperto e usato anche all’interno o come protagonista di opere d’arte dando vita a una sovrapposizione che ha permesso all’antica arte povera veneziana di non morire e di svilupparsi ulteriormente.

Ma il decoupage si può definire un’arte povera o un’arte popolare? Adatta a chi un artista non si sente, ma che ha tanta creatività cui dar sfogo, il decoupage non ha bisogno di abilità particolari dato che basta un supporto qualsiasi che dia la possibilità di creare. Di solito ai principianti si consiglia di iniziare da cose semplici come ridecorare un oggetto di legno o anche oggetti di plastica o vetro, in realtà dipende da cosa il principiante sa fare e cosa vuole creare. Una volta deciso su cosa eseguire un decoupage, il passo successivo prevede di scegliere il tipo di immagine o decorazione da incollare sul supporto.

La moda del decoupage che non muore

Dalle scatole in legno, ai vasi, alle tele di cotone, ai portafoto, fino ai più svariati oggetti, il decoupage permette di creare le decorazioni più originali prendendo ispirazione dall’apposita carta ricca di disegni e illustrazioni, oppure ritagliando da riviste, giornali o anche tovaglioli di carta le proprie immagini preferite. Per decorare bene il supporto scelto, le immagini devono risultare ben ritagliate e scontornate prima di essere incollate sulla base prescelta.

Quindi, per rifinire il lavoro, sarà molto utile la vernice, opaca o lucida a seconda dell’effetto che si vuole conferire all’oggetto: per esempio, se si decora un supporto in legno, la vernice lucida darà un tocco di brillantezza ed eleganza, mentre se il materiale non è legno, una vernice opaca sarà più indicata. In realtà ciò che serve davvero per ottenere un buon lavoro di decoupage è tanta pazienza e buona volontà oltre a creatività e fantasia, che risultano essere da semprei le “armi” più efficaci per creare qualcosa di originale e diverso.