Quanto siamo lenti di connessione in Italia?

Mentre tutti gli altri paesi europei sembrano aver superato il gap quanto a connessioni, e-commerce e competenze nell’uso del digitale, l’Italia sembra ancorata a un passato che non diventerà mai futuro. Vediamo cosa prescrive l’Agenda Digitale europea quanto a velocità di sviluppo del digitale anche nel nostro paese.

Europa vs Italia: ecco chi è sul podio

Il rapporto dell’Agenda Digitale UE ha già sottolineato quali e quanti sono i punti in cui l’Italia ancora non ha colmato il gap rispetto alla media degli altri paesi europei quanto a connessioni lente e competenze su internet, per non parlare dell’andamento del commercio elettrico, immediata conseguenza del deficit digitale. Il rapporto annuale fa riferimento al 2013 ovviamente e lo scopo è quello di fare il quadro della situazione dell’Unione Europea relativamente al 101 obiettivi che devono essere raggiunti entro il 2015 e per ora, nei 28 paesi dell’Unione ben 95 di questi obiettivi sono stati raggiunti pienamente quindi dal punto di vista della Comunità bisogna andarne soddisfatti.

Soddisfazione che viene un po’ meno quando si tratta di guardare al singolo paese europeo: per dirla tutto l’Italia è purtroppo molto indietro rispetto alla media europea, ma andiamo con ordine. Complessivamente i risultati dell’Agenda Digitale in tutti i paesi europei non possono dirsi negativi, anzi dal 2010 si è registrato un costante aumento di cittadini europei che hanno accesso alla rete: rispetto al 2010, in cui il 60% degli europei usava internet, nel 2013 la percentuale è aumentata al 72%. Questo risultato dimostra l’impegno delle nazioni diventate europee da poco tempo nel volersi allineare al resto dell’Unione e di voler rispettare i termini dettati dall’Agenda Digitale: nello specifico, Grecia, Romania, Repubblica Ceca, Croazia e Irlanda si sono date da fare per colmare il gap quanto a rete internet accessibile. Inutile sottolineare che come in ogni classe, esistono anche i migliori ovvero quei paesi in cui di per sé la percentuale relativa ai cittadini che usano internet è superiore al 90% e sono Paesi Bassi, Lussemburgo, Svezia e Danimarca.

Come conseguenza di questa virtuosità, bisogna sottolineare come siano aumentati i cittadini europei che effettuano acquisti online tanto che la percentuale si avvicina moltissimo all’obiettivo dettato dall’Agenda per il 2015. Un altro dato positivo riguarda l’accesso alla banda larga che oggi è a disposizione del 100% dei cittadini dell’Unione: in questa percentuale bisogna distinguere però chi viaggia alla velocità di 30 Mbps e chi resta ancora un po’ lento. Allo stato di ciò, gli obiettivi che devono essere raggiunti per fine 2015 riguardano l’accesso a internet nelle zone più rurali e il tema più delicato dell’eGovernment ovvero la possibilità di usufruire sul web dei servizi della Pubblica Amministrazione che è fermo in molti paesi europei.

E l’Italia?

A che punto si trova l’Italia rispetto agli altri colleghi europei? Ci sono alcuni punti su cui il nostro paese riesce a stare al passo con l’Europa, mentre altri in cui purtroppo è molto indietro. Secondo il rapporto del 2013, il 99% delle abitazioni italiane sono raggiunte dalla banda larga e questo dato rispetto al 2012 è cresciuto tanto da registrare una percentuale più alta di quella dell’UE. Di questo 99% bisogna considerare che il 68% sfrutta la banda larga, ma solo il 21% raggiunge i 30 Mbps di velocità e nessuno raggiunge i 100 Mbps. Per quanto riguarda il mobile la copertura 4G è davvero scarsa dato che è disponibile solo per il 39% della popolazione.

Quel che forse p più preoccupante è il dato sull’accesso settimanale e giornaliero degli italiani sul web: in media si accede a internet almeno una volta a settimana, e ammonta solo al 54% la percentuale di italiani online giornaliera, e indietro stiamo anche sulle competenze dato che ben il 60% degli italiani dimostra di avere competenze scarse o addirittura nulle. Per quanto concerne l’e-commerce invece siamo ben sotto la media europea con il nostro 20% di italiani che acquistano sul web e ciò anche a discapito delle aziende che online praticamente non vendono niente. Il dato più allarmante infine è dato dalla PA: solo il 21% degli italiani ha usufruito dei pochi servizi online messi a disposizione.