Posts in Category: Tecnologia

Informazioni utili sul ferro da stiro

Il ferro da stiro è un elettrodomestico di uso comune in tutte le case. Dopo che gli indumenti sono stati lavati ed asciugati è necessario utilizzare il ferro da stiro per rimuovere le pieghe che si sono andate a formare sugli stessi durante il procedimento di lavaggio e centrifuga. Nelle zone con cimi più freddi e poco soleggiate è molto comune l’utilizzo di asciugatrici.

In questi casi l’intervento del ferro da stiro è ancora più indispensabile. A volte utilizzando una leggere centrifuga ed essendo molto precisi durante la stenditura dei panni è possibile ridurre moltissimo le pieghe che normalmente si formano sugli indumenti. Ma nei casi in cui si utilizza un’asciugatrice, le pieghe sono così marcate che solo l’utilizzo di un ferro da stiro a vapore riesce a garantire un buon risultato.

Da cosa è composto un ferro da stiro

Partiamo innanzitutto dal serbatoio. Prima dell’utilizzo del ferro è necessario versare dell’acqua all’interno del serbatoio. Una volta riscaldata e portata ad una temperatura tale da divenire vapore, si otterrà una stiratura molto più facile ed efficace. Il vapore aiuta a lavorare meglio sulle pieghe.

In base al ferro che si sceglie il serbatoio può essere esterno od interno. Quelli interni hanno solitamente una capacità più limitata, mentre quelli esterni riescono a contenere fino ad un litro di acqua. La scelta sul serbatoio è determinata dall’utilizzo che se ne fa, in base alla frequenza di utilizzo e il quantitativo di indumenti da dover lavorare.

La piastra

È l’elemento più importante del ferro da stiro. Una volta riscaldatasi è proprio con la pressione che si applica sugli indumenti attraverso la piastra che è possibile lavorare sulle pieghe.

Importanti sono i materiali che costituiscono la piastra. Devono essere buoni conduttori di calore. Solitamente vengono usate delle leghe quali l’acciaio inox o l’alluminio. A volte è possibile trovare anche delle piastre in teflon.

La punta

La punta è la parte finale della piastra, più ristretta rispetto al resto della superficie, ed è la zona dove sono presenti i fori che permettono la fuoriuscita del vapore. È così specialmente nei ferri per stirare con piastre in alluminio che sono più efficaci per le stirature difficili. Durante la stiratura, la punta viene utilizzata per i lavori di precisione. Serve per rimuovere le pieghe nelle zone più difficili come i colletti delle camicie.

Come funziona il ferro da stiro

Attraverso la fuoriuscita del vapore e la pressione della piastra è possibile eleminare le pieghe presenti sui tessuti. Importante, però, è anche la temperatura del vapore. Temperature troppo alte possono rovinare i tessuti sui quali viene utilizzato il ferro da stiro.

I tessuti che riescono a tollerare temperature più alte sono il lino ed il cotone, sui quali si può lavorare anche con temperature che arrivano ai 200°C. Tessuti più delicati, sui quali va utilizzato un vapore a temperature drasticamente più basse che arrivano fino ai 130°C sono invece il Nylon e la Seta.

Perché usare il lettore mp3

Vera rivoluzione tecnologica nel settore musicale, il lettore mp3 ha permesso di poter portare con sé sotto forma di dati tutta la musica possibile all’interno di un apparecchio di piccole dimensioni, maneggevole e pratico da poter portare con sé ovunque. Vediamo come scegliere il lettor emp3 più idoneo alle proprie esigenze. Il lettore mp3 ha rappresentano nei primi anni del suo utilizzo un vero progresso della tecnologia perché ha permesso di poter ascoltare la propria musica preferita ovunque e i portarla in qualsiasi parte si andasse. I precursori del lettore mp3 possono essere considerati i walkman che permettevano negli anni ’80 e ’90 di poter ascoltare le musicassette e la radio ovunque inoltre, dato che all’epoca il walkman era un apparecchio abbastanza piccolo di dimensioni si poteva portare ovunque si andasse: era sufficiente agganciarlo anche solo alla cintura per portarlo sempre con sé.

Oggi naturale evoluzione del walkman sono è il lettore mp3 che non per niente ha riscosso un successo planetario tanto che è entrato prepotentemente a far parte della nostra vita quotidiana. Ormai è impossibile ascoltare musica senza il lettore mp3 e sembra un dispositivo talmente familiare, che sembra strano pensare che non esistesse fino a qualche decennio fa. Oggi il lettore mp3 è uno di quegli strumenti che tutti hanno e senza cui le persone non saprebbero vivere: in effetti, per molti la musica rappresenta una parte molto della propria vita tanto che sia giovani che meno giovani tendono ad ascoltare ogni giorno musica sia per radio che per cd, per riempire il silenzio di un viaggio o anche un semplice spostamento in tram o in metro, o ancora la musica è una perfetta alleata per rilassarsi o per sfogarsi.

Qualsiasi sia il motivo per cui si introduce ogni giorno musica nella propria vita, il lettore mp3 è diventato il modo migliore per estraniarsi dal mondo circostante ed entrare nel proprio mondo in cui a farla da padrona è la propria musica preferita: grazie a un buon lettore mp3, è possibile ascoltare qualsiasi tipo di musica ovunque e, accoppiandoci un bel paio di cuffie o di auricolari, è possibile diventare un tutt’uno con il lettore.Oggi è possibile trovare sul mercato un’ampia e vasta gamma di modelli di mp3 lettore tanto che potrebbe essere complicato effettuare la scelta di quello più adatto a soddisfare le proprie necessità, per questo prima id procedere all’acquisto, è preferibile saperne qualcosa in più su come funziona un lettore mp3 e su quali sono le sue caratteristiche tecniche basilari da cui nessun modello potrebbe prescindere.

Quale lettore mp3 scegliere

La grande varietà di modelli esistenti oggi permette di prender in considerazione sia le specifiche caratteristiche del lettore sia i propri bisogni musicali per cui, in base a questi ultimi, è possibile capire se indirizzarsi verso un lettore mp3 bluetooth o se al contrario preferire un lettore mp3 in cui non ci sia bluetooth e questo dipende principalmente se si ha o meno intenzione di usare determinate estensioni o accessori che si possono collegare al lettore tramite bluetooth. Per esempio, tramite bluetooth è possibile collegare cuffie o auricolari così da evitare quelli con i fastidiosi cavi che s’intrecciano fra loro.

Perché installare un televisore led in casa

Ogni casa che si rispetti ha un angolo dedicato all’home theatre in cui sono presenti i dispositivi elettronici più tecnologicamente moderni e all’avanguardia: tra lettori, consolle e dvd player è impossibile non essere muniti di un televisore che possa restituire le immagini in alta risoluzione come un televisore led. Vediamo cosa significa che il televisore è Led e come scegliere il televisore led che meglio corrisponde alle proprie esigenze. Non è necessario essere degli esperti o dei patiti per scegliere un televisore ad alta risoluzione da poter accoppiare al proprio dvd player o meglio alla consolle dei videogiochi per ottenere una risoluzione dell’immagine di alta qualità e particolarmente nitida.

Quando si pensa di comprare un televisore nuovo è normale orientarsi verso gli ultimi modelli più moderni e tecnologici che sono usciti in commercio e sebbene siano gli ultimi non è detto che ci si trovi davanti a una scelta facile dato che esistono diversi e innumerevoli modelli di televisore led tra cui è possibile trovare quello che risulta più adatto a soddisfare le proprie necessità. Quando si pensa di cambiare il televisore di casa, quindi, molte sono le valutazioni da fare anche quando si è deciso di optare per quello dotato di schermo a diodi a emissione luminosa, ovvero a led. Prima di procedere all’acquisto del televisore led, è meglio conoscerne le caratteristiche basilari da cui nessun modello può prescindere per non doversi pentire in seguito dell’acquisto effettuato. Prima di tutto, bisogna capire che oggi esistono due grandi categorie di televisore led che si distinguono in base alla distribuzione e collocazione dei diodi.

Nel televisore led edge, i led sono collocati intorno al bordo dello schermo, mentre la distribuzione dei diodi cambia nei televisori full led in cui i diodi si trovano all’interno dello schermo. In pratica, il primo tipo a led edge risulta economicamente più conveniente, mentre i full led assicurano una qualità dell’immagine decisamente superiore. Da prendere in considerazione sono anche le dimensioni dello schermo che, come per altri televisori, sono molto varie: infatti, si possono trovare televisori led da 22 pollici, tv 32 pollici e fino ad arrivare o superare addirittura i 55 pollici.

Differenze tra led

Inutile sottolineare che la grandezza dello schermo è una di quelle caratteristiche tecniche che incide di molto sul prezzo e sul consumo del tv, inoltre, prima dell’acquisto, è importante anche considerare allo spazio dove collocare fisicamente il televisore. A seconda delle dimensioni dello schermo poi può variare anche la distanza minima cui sistemare il televisore: uno schermo di 55 pollici alla distanza di un metro è paragonabile all’effetto che fa sedersi nella prima fila di una sala cinematografica. I televisori più tecnologici godono anche di connessione a internet: in questo caso ci sono i televisori che presentano il wi-fi integrato per cui il televisore si connette a un modem, e quelli Wi-Fi ready come la famosa Smart TV. Un’altra qualità che il televisore dovrebbe presentare e da non sottovalutare è il rapporto di contrasto ovvero la capacità del televisore led di visualizzare colori scuri e colori più brillanti.

Europa digitale

Per adeguarsi a quello che sarà il mercato del lavoro nel 2020 gli studenti europei devono diventare più digital e smart e ad aiutarli n questa impresa sarà proprio l’Unione Europa con il suo nuovissimo “Opening up Education”. Vediamo meglio di che si tratta.

Europa digitale: sogno o realtà?

Il nuovo “Opening up Education”, ovvero il piano europeo per rendere le scuole e le università di tutta l’Unione europea più digitali prevede di educare gli studenti europei e di inculcare in loro delle competenze digitali che gli stessi potranno più velocemente sviluppare per dare una risposta concreta al mercato del lavoro in evoluzione entro il 2020. Purtroppo non solo in Italia ma anche in altre nazioni europee è particolarmente percepito il gap digitale tra docenti e discenti che dovrebbero aprire la mente al digitale per migliorare il proprio piano di insegnamento.

Il Piano lanciato dalla UE ai fini della promozione dello sviluppo delle competenze digitale nelle scuole e nelle università europee è stato elaborato alla luce dei dati appresi sul mercato del lavoro dei prossimi anni in cui sarà richiesto per essere assunti la capacità di muoversi nell’era digitale e la padronanza dei maggiori dispositivi digitali. Nel 2020 quindi il 90% dei posti di lavoro richiederanno tale requisito imprescindibile eppure oggi nel 2015 moltissimi studenti delle scuole e anche delle università europee dimostra di non avere questa elevata padronanza del mezzo digitale.

Quanto siamo indietro?

Naturalmente prima di elaborare tale Piano, la UE ha effettuato un’indagine appena lo scorso aprile per capire effettivamente e concretamente lo stato della digitalizzazione in tutti i paesi europei e si è evinto che oltre il 60% dei bambini che vanno a scuola frequenta istituti senza banda larga, senza una connessione LAN, sito web o posta elettronica, mentre è incredibile scoprire che il 20% degli studenti delle scuole secondarie non ha mai usato un computer in classe. Nell’era del digitale tra il 50% e l’80% di ragazzi non è mai venuto a contatto con un software o con un libro digitale nelle proprie scuole, e questo fa molto pensare al tipo di programmi scolastici che vengono oggi svolti all’interno degli istituti scolastici di tutta Europa.

A fronte delle dichiarazioni dei discenti, quelle dei docenti non sono più incoraggianti dato che circa il 70% ammette si sentirsi incompetente sul digitale e per niente formato al riguardo, eppure da qui a dieci anni le università dovranno essere pronte a digitalizzarsi e ad adottare tecnologie adatte per sostenere corsi universitari a distanza che siano aperti e di massa, ovvero i meglio noti MOOC. Visti i risultati attuali, un piano ad hoc per il digitale in Europa era quindi necessario: questo “Opening up Education” si pone come obiettivo primario quello di promuovere l’innovazione all’interno degli istituiti scolastici europei così da creare diverse occasioni e opportunità sia per docenti che per discenti di potersi formare a tal riguardo, inoltre il piano mira a favorire le cosiddette “open educational resources” ovvero le risorse educative e, come terzo scopo, cercherà di migliorare le infrastrutture TIC e la connettività nelle scuole.

Quanto siamo lenti di connessione in Italia?

Mentre tutti gli altri paesi europei sembrano aver superato il gap quanto a connessioni, e-commerce e competenze nell’uso del digitale, l’Italia sembra ancorata a un passato che non diventerà mai futuro. Vediamo cosa prescrive l’Agenda Digitale europea quanto a velocità di sviluppo del digitale anche nel nostro paese.

Europa vs Italia: ecco chi è sul podio

Il rapporto dell’Agenda Digitale UE ha già sottolineato quali e quanti sono i punti in cui l’Italia ancora non ha colmato il gap rispetto alla media degli altri paesi europei quanto a connessioni lente e competenze su internet, per non parlare dell’andamento del commercio elettrico, immediata conseguenza del deficit digitale. Il rapporto annuale fa riferimento al 2013 ovviamente e lo scopo è quello di fare il quadro della situazione dell’Unione Europea relativamente al 101 obiettivi che devono essere raggiunti entro il 2015 e per ora, nei 28 paesi dell’Unione ben 95 di questi obiettivi sono stati raggiunti pienamente quindi dal punto di vista della Comunità bisogna andarne soddisfatti.

Soddisfazione che viene un po’ meno quando si tratta di guardare al singolo paese europeo: per dirla tutto l’Italia è purtroppo molto indietro rispetto alla media europea, ma andiamo con ordine. Complessivamente i risultati dell’Agenda Digitale in tutti i paesi europei non possono dirsi negativi, anzi dal 2010 si è registrato un costante aumento di cittadini europei che hanno accesso alla rete: rispetto al 2010, in cui il 60% degli europei usava internet, nel 2013 la percentuale è aumentata al 72%. Questo risultato dimostra l’impegno delle nazioni diventate europee da poco tempo nel volersi allineare al resto dell’Unione e di voler rispettare i termini dettati dall’Agenda Digitale: nello specifico, Grecia, Romania, Repubblica Ceca, Croazia e Irlanda si sono date da fare per colmare il gap quanto a rete internet accessibile. Inutile sottolineare che come in ogni classe, esistono anche i migliori ovvero quei paesi in cui di per sé la percentuale relativa ai cittadini che usano internet è superiore al 90% e sono Paesi Bassi, Lussemburgo, Svezia e Danimarca.

Come conseguenza di questa virtuosità, bisogna sottolineare come siano aumentati i cittadini europei che effettuano acquisti online tanto che la percentuale si avvicina moltissimo all’obiettivo dettato dall’Agenda per il 2015. Un altro dato positivo riguarda l’accesso alla banda larga che oggi è a disposizione del 100% dei cittadini dell’Unione: in questa percentuale bisogna distinguere però chi viaggia alla velocità di 30 Mbps e chi resta ancora un po’ lento. Allo stato di ciò, gli obiettivi che devono essere raggiunti per fine 2015 riguardano l’accesso a internet nelle zone più rurali e il tema più delicato dell’eGovernment ovvero la possibilità di usufruire sul web dei servizi della Pubblica Amministrazione che è fermo in molti paesi europei.

E l’Italia?

A che punto si trova l’Italia rispetto agli altri colleghi europei? Ci sono alcuni punti su cui il nostro paese riesce a stare al passo con l’Europa, mentre altri in cui purtroppo è molto indietro. Secondo il rapporto del 2013, il 99% delle abitazioni italiane sono raggiunte dalla banda larga e questo dato rispetto al 2012 è cresciuto tanto da registrare una percentuale più alta di quella dell’UE. Di questo 99% bisogna considerare che il 68% sfrutta la banda larga, ma solo il 21% raggiunge i 30 Mbps di velocità e nessuno raggiunge i 100 Mbps. Per quanto riguarda il mobile la copertura 4G è davvero scarsa dato che è disponibile solo per il 39% della popolazione.

Quel che forse p più preoccupante è il dato sull’accesso settimanale e giornaliero degli italiani sul web: in media si accede a internet almeno una volta a settimana, e ammonta solo al 54% la percentuale di italiani online giornaliera, e indietro stiamo anche sulle competenze dato che ben il 60% degli italiani dimostra di avere competenze scarse o addirittura nulle. Per quanto concerne l’e-commerce invece siamo ben sotto la media europea con il nostro 20% di italiani che acquistano sul web e ciò anche a discapito delle aziende che online praticamente non vendono niente. Il dato più allarmante infine è dato dalla PA: solo il 21% degli italiani ha usufruito dei pochi servizi online messi a disposizione.